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Scratching

Scratching
28 Luglio, 2017 Centro Médico Manzanera

Nonostante negli ultimi anni siano state introdotte alcune tecniche per migliorare i risultati della fecondazione in vitro (FIVET) e dell’ovodonazione e il numero delle gravidanze e dei neonati sia aumentato, (essendo ad oggi tra il 40 e 50%), manca ancora molta strada da percorrere per ottenere il 90% della percentuale di successo.

I maggiori progressi ottenuti sia nella FIVET che nell’Ovodonazione sono dovuti soprattutto ai preparati utilizzati per la stimolazione ovarica, i quali sono considerati sempre più efficaci e sicuri. Inoltre, i miglioramenti che si sono ottenuti negli ultimi anni nel campo dell’ embriologia, tanto nell’ottenere quanto nel vigilare lo sviluppo degli embrioni, favorisce l’aumento e l’efficacia di queste tecniche.

Passi in avanti sono stati fatti anche per evitare l’iperstimolazione ovarica nella FIVET e nell’ovodonazione. Ciò è stato possibile con l’utilizzo di preparati farmacologici che riducono questa complicazione e grazie alla vitrificazione degli ovociti e degli embrioni che permettono di posticipare il transfer nelle pazienti che corrono il rischio di soffrire un’iperstimolazione senza abbassare il tasso di successo.

Tuttavia, pochi progressi ci sono stati nel miglioramento della recettività endometriale e quindi nell’ottenere le maggiori possibilità nell’attecchimento all’endometrio.

Per migliorare la ricettività esiste una tecnica denominata scratching, o graffio endometriale, il cui obiettivo è provocare un danno intenzionale all’endometrio, mediante biopsia, raschiamento o isteroscopia, che possa aumentare il numero delle gravidanze se realizzato nel ciclo precedente alla preparazione endometriale di FIVET/ ICSI.

Nonostante non sia conosciuto esattamente il meccanismo di azione di tale tecnica, si pensa che migliori la decidualizzazione endometriale e la secrezione di citochine, le quali inducono ad un maggior tasso di successo.

Varie pubblicazioni che impiegarono questa tecnica hanno migliorato il tasso di bambini nati vivi, dal 29 al 49%. Di conseguenza, si consiglia di tenerla in considerazione sia nei casi di FIVET che di Ovodonazione, soprattutto in caso di tentativi falliti in precedenza.

Dr. Gregorio Manzanera